«La felicità non esiste dove l'arte culinaria è ignorata» (Anonimo).
Secondo molti popoli, gli unici a non cucinare sarebbero i selvaggi. Dedicare del tempo alla preparazione dei pasti, anche in un luogo minuscolo rappresenta la volontà di affermare la propria condizione umana.
Alimentarsi in maniera semplice non significa mangiare un panino o un'insalata preconfezionata acquistati di fretta durante la pausa pranzo. Non è soltanto mettere qualcosa sotto i denti, ma molto di più. L'atto del cucinare è un gesto ancestrale impresso nei nostri geni e forse il più antico fra quelli che ci distinguono dagli animali.
I piatti pronti, anonimi, industriali, già confezionati, che si possono cuocere nel forno a microonde in due minuti e consumare immediatamente non saziano nel senso più profondo del termine.
Preparare noi stessi il nostro cibo è importante per il nostro equilibrio psicofisico, fare spesa e cucinare è ritrovare la propria autonomia, dedicare del tempo all'arte di vivere, aver cura di sé stessi e dei propri cari, attingere alle proprie energie, darsi dei riferimenti, godere del benessere che si ha a portata di mano, ossia casa propria.
Grazie alle nostre mani e al fuoco, la natura si trasforma e ci trasmette sensazioni e pensieri nuovi. La cucina è veramente un'arte che invita a superare sé stessi! Le persone, sempre più numerose, che non cucinano quasi mai, con la scusa della mancanza di tempo, non si rendono conto che si lasciano sfuggire di mano il senso autentico della vita. Con un minimo di organizzazione, cucinare non è né un impegno né una costrizione. Cucinare significa prenderci cura della nostra salute preparando ciò che ci piace e di cui il nostro organismo ha bisogno; cucinare ci fa avere un legame benefico con la natura, è un atto che si ricollega alla consapevolezza di quello che si sceglie e per chi, per appagare i nostri sensi. Cucinare fa mantenere la libertà e il potere di creare quello che vogliamo e che ci piace, con gli ingredienti scelti da noi, controllarne la cottura e gli abbinamenti. Il cucinare ha plasmato la nostra evoluzione, abbiamo sviluppato la preparazione e la cottura degli alimenti, e attraverso l'invenzione della cucina abbiamo cambiato la nostra storia culturale e sociale. I piatti imparati dalle nostre nonne o madri, quelli che cuciniamo sempre e con piacere, che ci mancano quando ci allontaniamo da casa, hanno una storia più grande della famiglia e del territorio di provenienza, sono il risultato di conoscenze che fanno la nostra felicità alimentare. Cucinare perché il gusto di una pietanza da noi preparata è unico, una minestra in scatola o un piatto di pasta congelato sono il risultato di un sapore standardizzato ottenuto dalla studiata sommatoria degli ingredienti presenti nelle confezioni. Chiudiamo la porta e lasciamo fuori lo stress, per fare cucina dobbiamo circondarci di armonia; se ci siamo con la testa e la interpretiamo bene, è uno dei luoghi privilegiati della casa, in cui si fondono in modo armonico il pensiero e l’azione, il sentire e il fare, la ma-nipolazione e i suoi effetti, il desiderio e la sua soddisfazione Invece, se non ci siamo con la testa e non diamo valore aggiunto alla cucina, tutto diventa grigio, soltanto un’incombenza necessaria da sbrigare, perché dobbiamo pur mangiare tutti i giorni, quindi meno ci impegniamo e meglio è. Penso che dobbiamo trarre pace e soddisfazione da ogni cosa che facciamo, vivere serenamente e intensamente ogni momento che è nostro, solo nostro (in cucina è così), per il resto ci pensa il caos della globalità e lo stress di tutti i giorni a deprimerci oltre il necessario In cucina, siccome creo il piatto finito partendo dai suoi ingredienti di base attraverso una serie di passaggi che sono manuali e cerebrali, ogni cosa che faccio mi deve dare piacere e deve dare piacere a chi condividerà con me il risultato del mio fare.Fare cucina è come fare l’amore, non posso pensare al mio lavoro in fabbrica o alla roba che devo ancora stirare, ma devo essere li, fuori dal mondo, per te, con tutta la complicità di coppia. In cucina dobbiamo circondarci di “armonia” significa che tutto quello che ci circonda è li perché lo abbiamo scelto e voluto e perché deve darci “piacere”, affinché quel tempo che trascorro non passi invano, ma mi dia la gioia che merito, dopo una giornata di lavoro o, più semplicemente, una giornata di vita Fuori lo stress, dunque, dalla cucina e godiamoci questi attimi, perché la “cucina è un atto d’amore” e in fondo, qualsiasi cosa abbiamo fatto nella giornata, ce lo meritiamo.
Grazie alle nostre mani e al fuoco, la natura si trasforma e ci trasmette sensazioni e pensieri nuovi. La cucina è veramente un'arte che invita a superare sé stessi! Le persone, sempre più numerose, che non cucinano quasi mai, con la scusa della mancanza di tempo, non si rendono conto che si lasciano sfuggire di mano il senso autentico della vita. Con un minimo di organizzazione, cucinare non è né un impegno né una costrizione. Cucinare significa prenderci cura della nostra salute preparando ciò che ci piace e di cui il nostro organismo ha bisogno; cucinare ci fa avere un legame benefico con la natura, è un atto che si ricollega alla consapevolezza di quello che si sceglie e per chi, per appagare i nostri sensi. Cucinare fa mantenere la libertà e il potere di creare quello che vogliamo e che ci piace, con gli ingredienti scelti da noi, controllarne la cottura e gli abbinamenti. Il cucinare ha plasmato la nostra evoluzione, abbiamo sviluppato la preparazione e la cottura degli alimenti, e attraverso l'invenzione della cucina abbiamo cambiato la nostra storia culturale e sociale. I piatti imparati dalle nostre nonne o madri, quelli che cuciniamo sempre e con piacere, che ci mancano quando ci allontaniamo da casa, hanno una storia più grande della famiglia e del territorio di provenienza, sono il risultato di conoscenze che fanno la nostra felicità alimentare. Cucinare perché il gusto di una pietanza da noi preparata è unico, una minestra in scatola o un piatto di pasta congelato sono il risultato di un sapore standardizzato ottenuto dalla studiata sommatoria degli ingredienti presenti nelle confezioni. Chiudiamo la porta e lasciamo fuori lo stress, per fare cucina dobbiamo circondarci di armonia; se ci siamo con la testa e la interpretiamo bene, è uno dei luoghi privilegiati della casa, in cui si fondono in modo armonico il pensiero e l’azione, il sentire e il fare, la ma-nipolazione e i suoi effetti, il desiderio e la sua soddisfazione Invece, se non ci siamo con la testa e non diamo valore aggiunto alla cucina, tutto diventa grigio, soltanto un’incombenza necessaria da sbrigare, perché dobbiamo pur mangiare tutti i giorni, quindi meno ci impegniamo e meglio è. Penso che dobbiamo trarre pace e soddisfazione da ogni cosa che facciamo, vivere serenamente e intensamente ogni momento che è nostro, solo nostro (in cucina è così), per il resto ci pensa il caos della globalità e lo stress di tutti i giorni a deprimerci oltre il necessario In cucina, siccome creo il piatto finito partendo dai suoi ingredienti di base attraverso una serie di passaggi che sono manuali e cerebrali, ogni cosa che faccio mi deve dare piacere e deve dare piacere a chi condividerà con me il risultato del mio fare.Fare cucina è come fare l’amore, non posso pensare al mio lavoro in fabbrica o alla roba che devo ancora stirare, ma devo essere li, fuori dal mondo, per te, con tutta la complicità di coppia. In cucina dobbiamo circondarci di “armonia” significa che tutto quello che ci circonda è li perché lo abbiamo scelto e voluto e perché deve darci “piacere”, affinché quel tempo che trascorro non passi invano, ma mi dia la gioia che merito, dopo una giornata di lavoro o, più semplicemente, una giornata di vita Fuori lo stress, dunque, dalla cucina e godiamoci questi attimi, perché la “cucina è un atto d’amore” e in fondo, qualsiasi cosa abbiamo fatto nella giornata, ce lo meritiamo.
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