Sensi, emozioni e memoria guidano le scelte alimentari.
“Noi siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo antropologo Ludwig Feuerbach 200 anni fa. L’aforisma sul cibo più citato di sempre fa della nutrizione il principio motore della storia umana; ricordiamo che la parola vitto viene dal latino victum, voce del verbo vivere; per 2/3 degli italiani il cibo è piacere, soddisfazione e felicità.
CIBO: AMORE A PRIMA VISTA
“È provato che mangiamo con gli occhi; visione e colore contribuiscono alle nostre preferenze alimentari, questo succede perché esiste un meccanismo nel cervello che stabilisce una comunicazione diretta fra i centri che controllano la visione e quelli che regolano l'appetito.
Da un esperimento è emerso che i cibi rossi sono ritenuti più ad alto contenuto calorico, mentre i verdi sono associati a poche calorie; questo è stato spiegato dal fatto che il colore rosso rimanda ai cibi più nutrienti, mentre i verdi a quelli più salutari; ma anche gli altri sensi influiscono sulle nostre predilezioni, attivando anche altre parti del cervello che fanno riferimento ai ricordi.
La pasta innesca delle reazioni di piacere fin dalla prima forchettata; il cibo della memoria degli italiani è la pasta: il piatto di pasta al pomodoro preparato dalla mamma o dalla nonna, la ricetta speciale della domenica, la spaghettata sui libri preparando un esame universitario: per 9 italiani su 10, il “ricordo di pasta” risale a prima degli 8 anni ed è intrecciato con la sfera degli affetti primari, allacciato a un momento significativo della vita, il ricordo si sovrappone ai concetti di “casa e famiglia”, di “convivialità e condivisione” o di “amicizia e amore”.
“La memoria è un punto cruciale nella nascita e formazione del gusto ed è data da diversi fattori, dalle emozioni all’apprendimento, ricordadoci i sapori degli alimenti che abbiamo provato, la memoria del gusto ci aiuta a decodificare un menu prima dell’assaggio, grazie alle esperienze già acquisite, anche davanti a un piatto mai provato prima”.
Esiste poi una “memoria di specie”, tramandata dai nostri antenati, che ci fa avvicinare con più fiducia verso il dolce rispetto all’amaro, che il nostro cervello collega automaticamente ad alimenti più a rischio. “Infine, esiste la memoria degli insegnamenti altrui. Non impariamo da soli che non si mangia la plastica: c’è qualcuno che ce lo insegna e questo ci avvantaggia perché non siamo tenuti ad assaggiare ogni volta tutto ciò che ci capita davanti”, i sensi e la memoria aiutano a capire perché esiste un legame istintivo e affettivo con alcuni alimenti.
Il cibo è gioia e la gioia è piacere ma anche conoscenza, specie per il bambino”; è dimostrato che nei bambini il gusto si forma da prima della nascita, influenzato dall’alimentazione della mamma in gravidanza. Un gusto che continua a evolvere nel corso della vita e che è importante educare gradualmente fin dallo svezzamento.
PASTA: Si trova al centro dell’incrocio motivazionale del cibo tra “mangio perché mi piace” e “mangio perché fa bene”, la pasta è uno di quegli alimenti che innesca delle reazioni di piacere fin dalla prima forchettata. Il merito è del suo gusto: abbastanza neutro, con una tendenza verso il dolce, la sua consistenza durante la masticazione passa da elastica a corposa/cremosa, altra sensazione che tendiamo a preferire.
Queste caratteristiche la rendono veicolo ideale per fare amare altri alimenti della dieta mediterranea considerati “sani” ma dal gusto più difficile, come verdure, legumi e altro, soprattutto nel caso dei bambini e degli adolescenti. L’amaro di carciofi, cime di rapa, cicoria o la punta acida dei pomodori, tutti aspetti accentuati se consumati ‘in purezza’, sono più facilmente mediati dal gusto della pasta… e da quella spolverata umami di formaggio che li rende più buoni.
Mangiare sano non significa per forza rinunciare al gusto.
La Dieta Mediterranea, stile di vita dove la dimensione gratificatoria del cibo è fondamentale, non proibisce nessun alimento, non è sbilanciata nutrizionalmente e i carboidrati costituiscono il 50-60% delle calorie giornaliere. “La pasta è un alimento gratificante e mai punitivo, se consumato nel quadro di un’alimentazione mediterranea completa ed equilibrata, può renderci… ancora più felici con l’aiuto dei suoi condimenti”.
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