PROTEINE IN CUCINA IL PESCE
Le proteine del pesce sono quei macronutrienti contenuti nei pesci, che derivano da animali vertebrati acquatici a sangue freddo, dotati di branchie; essi fanno parte del gruppo "prodotti della pesca", con molluschi e crostacei compresi; contengono dal 15 al 20 % di proteine. Le proteine del pesce hanno un alto VB, pari a 0.78, con un buon apporto di amminoacidi essenziali.
Con le proteine del pesce, troviamo micronutrienti importanti, come lo iodio, il calcio e il ferro eme, facilmente assorbibile, queste proteine, si accompagnano anche alle vitamine B2, B12, B1, B3, vitamina D e omega-3.
Un buon quantitativo di proteine del pesce sono nell'orata (20.7g su 100g di prodotto), nel pesce azzurro come le sardine (20.8g su 100g di
prodotto), ma anche nel tonno (21.5g su 100g di prodotto); valori leggermente inferiori li troviamo nel pesce spada, 16.9g su 100g; nel merluzzo e nello sgombro, 17g su 100g; nelle acciughe e nasello, 16g su 100g di prodotto.
Non vi sono pesci con poche proteine, ma specie ittiche che ne hanno una minore quantità rispetto al pesce propriamente detto; fra questi, molluschi e crostacei; il contenuto
in proteine nei crostacei e molluschi è dal 9 al 16%. Il valore biologico di queste proteine è equivalente a quello delle carni in quanto ricche di aminoacidi essenziali; le proteine del pesce non hanno controindicazioni, ma possono essere legate a composti potenzialmente tossici, per cui si devono adottare specifici accorgimenti in particolare in alcune categorie di persone.
I grandi predatori marini, come il pesce spada o gli squaloidi, accumulano al loro interno mercurio organico, ossia il metilmercurio, che è presente in grandi quantità negli ambienti inquinati; alcune varietà di pesce possono portare talvolta
all'ingestione di parassiti, come l'Anisakis, o batteri come la Listeria Monocytogenes, che possono provocare anche gravi conseguenze. Per questo motivo, meglio evitare pesci crudi e affumicati. In ogni caso il pesce crudo va sempre abbattuto secondo specifici tempi per eliminare ogni rischio (in freezer a -18 gradi per 72 ore).
Le proteine del pesce hanno una maggiore digeribilità rispetto a quelle della carne; Queste ultime, sono composte anche da tessuto connettivo, come collagene, fibre reticolari e fibre
elastiche, che rimangono per un tempo più lungo all'interno dello stomaco. Le proteine del pesce, non avendo le proteine del tessuto connettivo, passano più velocemente attraverso il canale alimentare e sono più digeribili; questo fattore, unito ad una maggiore facilità nella masticazione, rende questo alimento importante nella dieta dell'anziano.
In uno studio alcuni ricercatori hanno dimostrato come le proteine del pesce, in particolare del merluzzo, possano ridurre
l'infiammazione che provoca insulino-resistenza e diabete di tipo II, contribuendo ad un abbassamento del rischio cardiovascolare. Risultati confermati da altri studi, in cui i ricercatori hanno dimostrato come le persone che consumano proteine derivanti dal pesce, hanno un minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, livelli glicemici inferiori; le persone che consumano più proteine derivanti dalla carne, hanno effetti opposti; i risultati portano a pensare che le proteine del pesce, ma sopratutto gli omega-3, potrebbero avere un ruolo nell'aumento della sensibilità insulinica, da parte
delle cellule muscolari, e quindi nella riduzione della comparsa di diabete di tipo 2; è necessario sensibilizzare le persone ad una riduzione del consumo di carne, in particolare quella rossa, favorendo il consumo del pesce nella propria dieta.
Le proteine dei pesci magri o semigrassi, possono essere utilizzate come fonte proteica nelle diete per la riduzione del peso corporeo e per soggetti ipercolesterolemici, proprio per il minor contenuto in grassi, colesterolo e acidi grassi saturi, rispetto ad altri alimenti. Fra i pesci magri troviamo il merluzzo, il nasello e la
spigola, con contenuto lipidico inferiore al 3%; i semigrassi, hanno un contenuto lipidico dal 3 a 8%, pesce spada, orate, sardine e le triglie.
L’ALLERGIA AI CROSTACEI E AI MOLLUSCHI è una reazione immunitaria avversa ad alcune proteine contenute in questi alimenti, comunemente chiamati frutti di mare, una delle proteine allergeniche identificate è la tropomiosina, resistente al calore e alla cottura.
Chi è allergico ai frutti di mare deve fare attenzione sia ai prodotti crudi sia a quelli cotti, l’allergia è causata dalla sensibilizzazione nei confronti di proteine totalmente diverse da quelle del pesce; le persone con allergia ai frutti di mare può consumare del pesce, purché non vi sia stato contatto con crostacei e/o molluschi; è possibile che siano presenti entrambe le allergie, ma è legata a una doppia sensibilizzazione.
A rendere il pesce allergenico per tutti, non sono le proteine, bensì l’ANISAKIS, un parassita diffuso nei prodotti ittici, la cui massima pericolosità è rappresentata nel pesce crudo o poco cotto. I sintomi allergici dell’anisakis sono: l’orticaria, che può durare giorni, settimane o mesi; l’angioedema, gonfiore alle labbra, alle palpebre, alla glottide con rischio di soffocamento; l’anafilassi, o shock anafilattico, che richiede l’intervento del pronto
soccorso.
I sintomi delle allergie ai crostacei e molluschi sono vari e di diversa entità. Tra i principali troviamo: Orticaria, prurito, eczema; Gonfiore del viso, labbra, lingua, gola, ma anche altre parti del corpo; Respiro sibilante, congestione nasale, problemi respiratori; Dolori addominali, nausea, diarrea, vomito; Vertigini, svenimenti; Formicolio alla bocca; anafilassi con costrizione delle vie respiratorie, gola gonfia o sensazione di avere uno nodo in gola; shock anafilattico con calo della pressione sanguigna,
battito accelerato, stordimento, vertigini; perdita di conoscenza.
La dieta in caso di diagnosi certa prevede l’eliminazione completa dell’alimento allergizzante. Sono da eliminare dalla dieta i CROSTACEI: aragosta, astice, canocchie, gamberi e gamberetti, granchio, mazzancolle, scampi, granseola. MOLLUSCHI: calamaro, polpo, seppia, cozze o mitili, ostrica, tartufo di mare, vongole, telline, cannolicchi.
È importante leggere attentamente le etichette dei cibi, poiché i procedimenti di preparazione dei cibi possono nascondere l’uso di tracce di molluschi e crostacei.
Il consumatore, è tutelato dal Regolamento UE 1169/2011 che ha reso obbligatoria, da parte dei produttori, la dichiarazione in etichetta nutrizionale della presenza di 14 classi di allergeni, tra cui i molluschi e i crostacei.




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