LA NOSTRA SALUTE
- VITAMINA C
è un composto organico con proprietà antiossidanti presente in natura; mentre nel metabolismo della gran parte dei mammiferi viene sintetizzato autonomamente, l'uomo ha bisogno di assumerlo attraverso l'alimentazione.Si tratta di una vitamina idrosolubile, essenziale nell'uomo; la sua storia si riallaccia a quella dello scorbuto, una patologia legata a una carenza di questo composto nella dieta. Questa malattia era già descritta nella medicina greca attorno al V secolo a.C. Nel XVI secolo, soprattutto tra le popolazioni marinare, era noto come lo scorbuto potesse essere
curato e prevenuto dall'assunzione di verdure e frutta fresca, o dall'estratto di aghi di pino.
La prima prova di ciò venne nel maggio del 1747 da parte di James Lind, un chirurgo della marina reale inglese. Lind sottopose a un esperimento 12 membri dell'equipaggio affetti da scorbuto, dividendoli in sei gruppi da due persone ciascuno. A ogni gruppo fece assumere, oltre alle normali razioni alimentari, un composto particolare: sidro, acido solforico, aceto, spezie ed erbe, acqua di mare, arance e limoni. I risultati ottenuti permisero di dimostrare che effettivamente quest'ultima aggiunta permetteva di prevenire l'insorgere dello scorbuto. Lind pubblicò i risultati di questo studio nel 1753. Nel 1795 la marina inglese stabilì di aggiungere succo di limone o di lime alla dieta dei marinai.
Nel 1921 il composto antiscorbutico venne denominato vitamina C. Nel 1937 Szent-Gyorgyi ricevette il Premio Nobel per la medicina per le sue scoperte sui processi biologici di combustione, con particolare riguardo alla vitamina C, e alla catalisi dell'acido fumarico.
La vitamina C viene immagazzinata nei tessuti dell'organismo, in particolare nel surrene e nel fegato. La quota plasmatica che non viene immagazzinata viene eliminata con le urine.
Per la spiccata azione antiossidante della vitamina C, per la sua capacità di mantenere stabili le vitamine A, E, l'acido folico e la tiamina, la vitamina C viene utilizzata dall'idustria alimentare come additivo nei cibi, come tale o sotto forma di sale sodico, potassico e calcico.
Le sigle con cui l'Unione europea indica la vitamina C e i suoi sali, che sono additivi alimentari importanti per la conservazione dei prodotti nell'industria, sono: E300 per l'acido ascorbico; E301 per l'ascorbato di sodio; E302 per l'ascorbato di calcio; E303 per l'ascorbato di potassio; E304 indica un estere formato dall'unione dell'acido ascorbico con un acido grasso (palmitato o stearato). L'ascorbato di potassio è stato rimosso dalla lista degli additivi.
La vitamina C è importante per il funzionamento del sistema immunitario e per la sintesi di collagene nell'organismo; il collagene rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa, non si può creare collagene senza la vitamina C.
La vitamina C è presente soprattutto nei vegetali a foglia verde, peperoni, cipolla, pomodori, kiwi e negli agrumi; può perdersi nel caso che questi alimenti vengano tenuti all'aria per molto tempo o dentro contenitori di metallo, per esempio di rame; la cottura può comportare perdita di vitamina fino al 75%; che può essere ridotta con una cottura rapida.
Le indicazioni degli organismi governativi sono: 30 mg/die per il Codex Alimentarius; 40 mg/die in Regno Unito (Food Standards Agency); 45 mg/die per l'OMS-WHO; 60 mg/die in Canada; 75–120 mg/die per gli adulti, 2 g/die come limite di tolleranza: Food and Nutrition Board, Institute of Medicine, National Academy of Sciences, Ministero della Salute, USA.
Uno degli effetti certi del sovradosaggio di vitamina C è la diarrea. Dosi superiori ai 1 g/die di vitamina C, assunte sotto forma di acido ascorbico, possono portare alla presenza di disturbi (nausea, mal di testa, ecc.).
La vitamina C (acido ascorbico) è contenuta in molti alimenti freschi e sebbene sia comunemente associata agli agrumi, la sua presenza non è esclusiva di questi frutti; è una vitamina idrosolubile, pertanto deve essere assunta regolarmente attraverso l’alimentazione perché non può essere accumulata nell’organismo. Oltre a sciogliersi in acqua, la vitamina C è sensibile alle alte temperature, per cui la cottura in acqua annulla le sue proprietà.
La vitamina C partecipa alla biosintesi di aminoacidi, ormoni e collagene, contribuisce a rafforzare il sistema immunitario grazie ai suoi effetti antiossidanti, e aiuta l’organismo a prevenire il rischio di tumori, inibendo la sintesi di sostanze cancerogene, È fondamentale nella neutralizzazione dei radicali liberi, prodotti di scarto delle cellule.
La vitamina C è contenuta negli alimenti freschi, come frutta e verdura. Per sfruttare al massimo i benefici della vitamina C, questi alimenti devono essere consumati crudi o poco cotti in 3-4 giorni. Alimenti ricchi di vitamina C: 100g di peperoni crudi apportano 151mg; 100g di rucola apportano 110mg; 100g di kiwi apportano 85mg; 100g di spinaci crudi apportano 54mg; 100g di broccoli crudi apportano 54mg; 100g di limone apportano 50mg; 100g di arancia bionda apportano 49mg; 100g di mandarino apportano 42mg; 100g di pomodori crudi apportano 21mg.
Si sente spesso dire che la vitamina C sia utile in caso di raffreddore e influenza. In realtà la vitamina C non possiede alcuna proprietà terapeutica77; però può contribuire a ridurne la durata per via della sua azione antiossidante e immunostimolante; la sua assunzione attraverso alimenti freschi e di stagione può essere pertanto un aiuto.
Un eccesso di vitamina C può portare a sintomi come mal di testa, bruciori di stomaco, vomito, diarrea, gastrite e crampi addominali, ma anche debolezza, vertigini e vampate improvvise di calore.
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